VARIAZIONE DEL TASSO DI INTERESSE LEGALE

 

Dal 1° gennaio 2018 il nuovo tasso allo 0,3%

 

Con il D.M. del 13 dicembre 2017, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 15 dicembre, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha fissato allo 0,3% il saggio di interesse legale.

La nuova misura del saggio decorre dal 1° gennaio 2018.

 

Ogni anno il Mef calcola il tasso di interesse (articolo 1284 del c.c.) in base al rendimento medio annuo lordo dei titoli di Stato, di durata non superiore a dodici mesi, e del tasso di inflazione registrato nell’anno in corso (articolo 2, comma 185, legge 662/1996). Solo in caso di variazione, rispetto al risultato dell’anno precedente, decreta la nuova quota legale da applicare nei prossimi dodici mesi.

 

Nuovo tasso

Il legislatore ha triplicato nellultimo anno la misura degli interessi legali, che passano dallo 0,1% annuo, misura applicabile per l’anno 2017, allo 0,3%, con effetto dal 1° gennaio 2018.

L’evoluzione degli interessi legali nel tempo:

 

Termine iniziale

Termine finale

Misura percentuale

21/04/1942

15/12/1990

5%

16/12/1990

31/12/1996

10%

01/01/1997

31/12/1998

5%

01/01/1999

31/12/2000

2,5%

01/01/2001

31/12/2001

3,5%

01/01/2002

31/12/2003

3,0%

01/01/2004

31/12/2007

2,5%

01/01/2008

31/12/2009

3%

01/01/2010

31/12/2010

1%

01/01/2011

31/12/2011

1,5%

01/01/2012

31/12/2013

2,5%

01/01/2014

31/12/2014

1%

01/01/2015

31/12/2015

0,5%

01/01/2016

31/12/2016

0,2%

01/01/2017

31/12/2017

0,1%

01/01/2018

 

0,3%

 

Effetti ai fini civili e legali

Dal 1° gennaio 2018, si applica il tasso di interesse legale (art. 1284 del c.c.) nella nuova misura dello 0,3%. La modifica si riflette in ambiti diversi, sia sul piano fiscale che contributivo, e nei rapporti creditori/debitori; salvo specifiche deroghe contrattuali o di legge, il nuovo saggio legale è applicabile, con decorrenza dall’1.1.2018, ai crediti a prescindere dalla data in cui gli stessi sono sorti.

La modifica interessa, in particolare, i rapporti economici tra le parti, quali ad esempio danni nelle obbligazioni pecuniarie (art. 1224), interessi nelle obbligazioni pecuniarie (art. 1282), saggio degli interessi ultralegali da pattuire per iscritto (art. 1284), interessi compensativi sul prezzo (art. 1499), anticipazione all’affittuario (art. 1652), interessi sulle somme riscosse: contratto di mandato a carico del mandatario (art. 1714), spese e compenso del mandatario (art. 1720), interessi contratto di mutuo (art. 1815), interessi conto corrente (art. 1825), pegno di beni mobili (art. 2788).

La modifica del tasso d’interesse legale opera anche in materia di locazione di immobili urbani, relativamente al calcolo degli interessi maturati a favore del conduttore sul deposito cauzionale.

Si rammenta che per i crediti riferiti a operazioni di natura commerciale che hanno ad oggetto, in via esclusiva o prevalente, la cessione di beni o la prestazione di servizi a titolo oneroso, gli interessi "automatici" non vengono determinati sulla base del tasso di interesse legale bensì sulla base del tasso di interesse fissato semestralmente dalla BCE, maggiorato di otto punti percentuali (dodici per i prodotti alimentari deteriorabili).

 

Effetti ai fini fiscali

Per quanto riguarda le disposizioni fiscali, aumentano gli importi dovuti in caso di ravvedimento operoso (art. 13 del D.Lgs. n. 472/1997), mediante il quale è possibile regolarizzare i versamenti omessi, insufficienti o tardivi, beneficiando di una sanzione ridotta. Oltre alla sanzione ridotta, il contribuente deve corrispondere gli interessi moratori calcolati al tasso legale, che maturano giorno per giorno, in un periodo compreso fra la data entro cui doveva essere effettuato l’adempimento e la data di effettivo pagamento.

Poiché il nuovo tasso del 0,3% vale dal 1° gennaio, in base al meccanismo del pro rata temporis, si applicherà il tasso legale dell’0,1% fino al 31 dicembre 2017, e quello dello 0,3% dal 1° gennaio 2018 e fino alla data di versamento compresa.

Si può fare l’esempio di un contribuente che non esegue il versamento del saldo IMU 2017, in scadenza il 18 dicembre, per 12mila euro. Egli eseguirà il versamento il 17 gennaio 2017, avvalendosi del ravvedimento breve entro 30 giorni. In questo caso, dovrà applicare la sanzione del 15%, che si riduce a un decimo del minimo, cioè all’1,5 per cento. Dovrà anche pagare gli interessi legali dello 0,1% annuo dal giorno successivo alla scadenza del pagamento, fino al 31 dicembre 2017, e dello 0,3% dal 1° gennaio 2018, fino al giorno in cui paga con il ravvedimento.

La riduzione del tasso di interesse legale rileva anche in caso di opzione per il versamento rateale delle somme dovute per effetto dei seguenti istituti deflativi del contenzioso tributario:

·       accertamento con adesione, ai sensi dell’articolo 8, D.Lgs. 218/1997 (sulle rate successive alla prima, gli interessi legali sono calcolati dalla data di perfezionamento dell’atto di adesione);

·       acquiescenza “ordinaria” all’accertamento, ai sensi dell’articolo 15, D.Lgs. 218/1997 (sulle rate successive alla prima, gli interessi legali sono calcolati dal giorno successivo a quello del processo verbale di conciliazione o a quello di comunicazione del decreto di estinzione del giudizio);

·       conciliazione fuori / in udienza (artt. 48 e 48-bis del D.Lgs. n. 546/92).

In relazione agli istituti di cui sopra, la circolare Agenzia delle entrate n. 28/E/2011 (§ 2.16) ha precisato che la misura del tasso legale deve essere determinata con riferimento all’anno in cui viene perfezionato l’atto di adesione, rimanendo costante anche se il versamento delle rate si protrae negli anni successivi.

La nuova misura del tasso legale rileva ancora per il calcolo degli interessi, non determinati per iscritto, in relazione:

- ai capitali dati a mutuo (art. 45 co. 2 deI Tuir);

- agli interessi che concorrono alla formazione del reddito d’impresa (art. 89 co. 5 del Tuir).

La modifica del tasso legale non rileva invece in caso di rateizzazione dell’imposta sostitutiva dovuta per la rideterminazione del costo o valore di acquisto delle partecipazioni non quotate e dei terreni. In tal caso gli interessi dovuti per la rateizzazione rimangono fermi al 3%, in quanto tale misura non è collegata al tasso legale.

 

Effetti per le imposte indirette

Sul fronte delle imposte indirette sono stati rielaborati, con il decreto del direttore generale delle Finanze del 20 dicembre 2017 (pubblicato nella G.U. n. 301 del 28 dicembre 2017) i coefficienti per determinare il valore, ai fini delle imposte di registro, ipotecaria, catastale, di successione e donazione: delle rendite perpetue o a tempo indeterminato; delle rendite o pensioni a tempo determinato: delle rendite e delle pensioni vitalizie; dei diritti di usufrutto a vita.

Per usufrutto vitalizio si intende il diritto reale di utilizzare un dato bene e conseguirne gli eventuali frutti per la durata di tutta la vita del titolare del diritto. Il prospetto fornisce una formula di calcolo mediante la quale, partendo dal valore della piena proprietà di un bene, si ottiene il valore dell’usufrutto vitalizio costituito su quello stesso bene (e il corrispondente valore della nuda proprietà, e cioè del diritto di proprietà gravato dal diritto di usufrutto). Nonostante sia dettato nel perimetro delle imposte indirette, il prospetto riverbera i suoi effetti oltre tale ambito: e non solo rileva nel campo delle imposte sui redditi (se un 65enne cede, riservandosi l’usufrutto, la nuda proprietà di una quota del 28% di una Srl, la situazione è parificata a quella della cessione di una quota di piena proprietà del 28 x 52% = 14,56%), ma anche in campo civilistico.

La tabella che segue serve tutte le volte in cui vi sia da attribuire il valore a un usufrutto o alla corrispondente nuda proprietà (si pensi a una lite divisionale o alla ripartizione del prezzo di una compravendita di un bene sul quale sia impresso un usufrutto). La formula di calcolo contenuta nel prospetto è da molti anni adattata dal ministero dell’Economia in corrispondenza pressoché matematica con la variazione dell’interesse legale. Il pareggio del valore tra usufrutto vitalizio e nuda proprietà si ha, all’incirca, quando l’usufruttuario ha un’età compresa tra 64 e 66 anni: in tal caso, dato un bene la cui piena proprietà vale 160, il distacco dell’usufrutto vitalizio su quel bene vale 76,80 e 83,20 vale la complementare nuda proprietà.

 

Si può fare l’esempio di un soggetto 70enne, il cui prospetto attribuisce il coefficiente 125 all’usufrutto vitalizio. Dato che il calcolo del valore dell’usufrutto si effettua (in base alla legge di registro) applicando al valore della piena proprietà (in ipotesi 1.400) il saggio dell’interesse legale e moltiplicando, a sua volta, il valore così ottenuto, per il coefficiente di cui al prospetto, se ne ha che: 1.400 x 0,3% x 125 = 525. E dato che (1.400 – 525 =) 875 è il valore della nuda proprietà, risulta che, in questo caso (come indicato nella tabella) il valore dell’usufrutto vitalizio è pari al 37,5% del valore della piena proprietà e il valore della nuda proprietà è pari al complementare 62,5 per cento.

 

Effetti ai fini contributivi

A livello contributivo, l’aumento del tasso d’interesse legale concernerà, inoltre, le sanzioni civili dovute per omesso o ritardato pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali, ai sensi dell’art. 116 della L. 388/2000. Tali sanzioni saranno quindi ridotte alla nuova misura del tasso legale dello 0,3% dal 1° gennaio 2018, nelle ipotesi di:

- oggettive incertezze dovute a contrastanti orientamenti giurisprudenziali o determinazioni amministrative sull’esistenza dell’obbligo contributivo;

- fatto doloso di terzi, denunciato all’autorità giudiziaria;

- crisi, riconversione o ristrutturazione aziendale di particolare rilevanza sociale ed economica in relazione alla situazione occupazionale locale ed alla situazione produttiva del settore;

- aziende agricole colpite da eventi eccezionali:

- aziende sottoposte a procedure concorsuali;

- enti non economici e di enti, fondazioni e associazioni non aventi fini di lucro.

 

 

02/01/2018

 

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