Analisi sui mercati finanziari a cura di Pierluigi Gerbino
Docente di Economia - 4° class. al Campionato Italiano di Trading Top Trader 2000
Anno 2007 - Gennaio
COMMENTO
I mercati azionari stanno in questi giorni esprimendo una delle stagionalità maggiormente ricorrenti e stabili sui mercati finanziari: il rialzo nel mese di gennaio.
Si noti che quest’anno erano reduci da un secondo semestre 2006 estremamente positivo, con una configurazione grafica non priva di eccessi e segnali di stanchezza, tipica di quando un mercato si trova al termine di un movimento molto tendenziale. Solitamente in tale frangente avviene una correzione. Ma questa volta la stagionalità positiva di gennaio ha avuto il sopravvento.
A dire il vero è stata aiutata da una serie di dati sull’economia americana piuttosto positivi, in gran parte motivati dal clima eccezionalmente mite di dicembre ed inizio gennaio, che ha spinto ai minimi di due anni fa il prezzo del petrolio.
Il tentativo di correzione del lungo movimento rialzista iniziato a luglio si è esaurito in um mese di sostanziale lateralizzazione.
Questa volta il segnale che ha trascinato al rialzo tutti i mercati è stato fornito dall’indice tecnologico Nasdaq, che ha il giorno 11 gennaio è uscito al rialzo da un trading range compreso tra 2395 e 2470. Lo strappo rialzista dovrebbe spingere tale indice almeno fino in area 2550.
Anche in Europa i mercati principali hanno colto l’input proveniente dal Nasdaq e superato in questi giorni i più recenti massimi, ripristinando così il trend rialzista in atto.
FOCUS MACROECONOMICO
L’inizio del 2007, dal punto di vista macroeconomico, è stato migliore del previsto, grazie soprattutto agli effetti positivi del clima assai poco invernale.
Il mercato del lavoro ha mostrato di saper creare occupazione a ritmi ancora assai robusti, nonostante il contributo negativo del settore edilizio. Ritmi ben diversi da quelli che si attendono coloro che vedono una recessione all’orizzonte. Un’altra conseguenza positiva del clima primaverile è stato il calo del prezzo del greggio a valori assai vicini ai 50 dollari. Come se non bastasse anche il più cronico dei mali dell’economia USA, cioè il deficit commerciale, dopo aver navigato per molti mesi al di sopra dei 60 miliardi di $, nell’ultima rilevazione è stato fotografato appena sopra 58 miliardi.
L’immagine che si ricava è quindi quella di una economia che rallenta, come del resto dimostrano le ultime rilevazioni ISM, convergenti verso il livello di 50, che segnala assenza di crescita per i mesi futuri, ma che non ha nessuna voglia di collassare e trova sempre nuove forze vitali o situazioni fortunate (come il clima) in grado di compensare la perdita di smalto di qualche settore.
L’ipotesi propugnata dalla Federal Reserve, che vede un atterraggio morbido dell’economia in un contesto di inflazione non crescente ma comunque da tenere sotto stretto controllo, sembra pertanto acquisire sempre maggiori credenziali.
E’ questo lo scenario che renderebbe non certo imminente l’inversione della politica monetaria americana, destinata a rimanere piuttosto immobile per parecchi mesi di questo nuovo anno. Quella della BCE, addirittura, a causa della crescita abbastanza sostenuta della locomotiva tedesca, sembra persino destinata ad ulteriori inasprimenti a breve. Trichet ha lasciato intendere che l’obiettivo sembra essere almeno quello di portare il tasso ufficiale al 4%.
L’ipotesi non piace molto ai mercati obbligazionari, che scommettevano fino a novembre su un taglio americano nei primi mesi del 2007 e sullo stop al 3,5% da parte della BCE. Sono quindi scattate da qualche settimana e sembrano proseguire le correzioni sulle quotazioni dei Bonds.
Il mercato azionario è quello che esce meglio da questa constatazione di forza dell’economia USA, poiche se è vero che non si può più sperare nell’intevento di sostegno dato dal taglio dei tassi, che si allontana sempre più, è altrettanto vero che se le indicazioni macro continueranno ad essere così positive è ipotizzabile una stagione di trimestrali ancora abbastanza buona, come sembrano testimoniare le prime comunicazioni societarie che sono state rese pubbliche nei giorni scorsi.
La stagione delle trimestrali entrerà nel vivo a partire al 16 gennaio con Intel, ma anche altre big rilasceranno i propri conti e prospettive nei prossimi giorni.
Segnaliamo in tabella i prossimi appuntamenti macro. Da tenere particolarmente d’occhio sono le giornate di mercoledì 17 e giovedì 18, ricche di dati “price sensitive”.
DETTO TRA NOI
OMAGGIO AI LETTORI
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